Al Paradiso – di Nuccina

Avevo accettato volentieri quel lavoro part time che mi aiutava a sostenermi nelle spese all’università.
Un lavoro da banconista e anche da cameriera all’occorrenza, non avevamo specificato bene il mio ruolo ma a me il denaro serviva e per quello che mi si chiedeva e per l’orario pattuito mi sembrava una manna dal cielo.
Al paradiso era un locale tranquillo.
Arrivavo alle 14,00 e andavo via alle 19,00 prima delle resse serali.
Le ore nei lunghi pomeriggi sonnecchiavano se non per qualche avventore occasionale con cui scambiavo sorrisi e una parola gentile.
Gli avventori restavano solo qualche minuto per un caffè veloce oppure per uno spuntino, e quasi non riuscivo a comprendere la stanchezza di Gigi che invece faceva un orario piu prolungato del mio
e restava sino a tarda notte qunado il locale si animava.
Mi incuriosì, perciò, la coppietta che si sedette nel tavolino all’angolo, quasi in penombra.
Erano silenziosi, si tenevano abbracciati e restavano legati negli occhi.
Ogni tanto lei sorrideva e lui la baciava sul naso.
Il gesto mi catturò e restai a guardarli.
Mi ero addolcita a vedere quei due, come se d’amore non avessi visto mai alcun gesto.
La loro uscita dopo circa un’ora svuotò di colpo il locale.
L’arrivo della coppietta divenne un’abitudine, e per me era un pò come misurare il tempo.
Arrivavano sempre il lunedì verso le 16,00 e restavano un’ora circa.
Poi c’era una settimana davanti a me e davanti a loro.
Guardandoli mi resi conto che si trattava di un amore clandestino.
Avevano negli occhi quel fervore proprio degli amanti, quella complicità che il matrimonio alla fine distrugge.
La loro presenza costante tutti i lunedì me li aveva resi amichevoli nello sguardo.
Lui mi sorrideva ammiccante da dietro quei denti che mi parevano perfetti.
Lei teneva gli occhi bassi ma quando andava via mi faceva un cenno con lo sguardo, come se
dicesse : tu sola sai il mio segreto.
Parlai a Gigi di quella coppia ma mi disse che mi stavo facendo un film in testa,che avevo costruito trame e sceneggiature.
Forse aveva ragione ma l’idea di un amore segreto mi solleticava.
Quel lunedi sera dovevo andare a cena a casa di Giulia. Giulia l’avevo conosciuta tre mesi prima al seminario di storia dell’arte.
Eravamo subito entrate in sintonia. Mi piaceva la sua gioia e mi piaceva ascoltarla mentre parlava dell’uomo meraviglioso con cui condivideva la sua vita.
La invidiavo Giulia, benchè non conoscessi ancora il suo compagno.
Quella sera l’avrei conosciuto.
Arrivai davanti alla loro porta e mi diedi un’ultima sistemata, tirai fuori lo specchietto e ravviai con un gesto rapidi i capelli, un filo di rossetto.
Ecco ero pronta.
Suonai.
Dietro la porta che si apriva si delineava lo sguardo d’uomo che per tanti mesi mi aveva catturata il lunedi pomeriggio Al paradiso.

Una risposta

  1. la costruzione della trama è buona, anche se, non appenna accenni al compagno di giulia, il finale si fa prevedibile.
    la prosa è a tratti un po’ macchinosa (es: “parlai a gigi di quella coppia ma mi disse che mi stavo facendo un film in testa), e forse la punteggiatura difetta di qualche virgola.
    ma nel complesso direi bene.
    (occhio, due refusi: pò vs po’; lunedi)

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